Sotto questa denominazione è compresa una categoria di farmaci utilizzati per la terapia
dell’attacco acuto di emicrania e di cefalea a grappolo e caratterizzati da analogie di
meccanismo d’azione e di caratteristiche farmacologiche.
Il capostipite di questa classe di farmaci è il sumatriptan, ancora largamente utilizzato per
le indicazioni di cui sopra e al momento ancora l’unico in Italia ad essere disponibile in
diverse formulazioni farmaceutiche, quali le compresse, le fiale sottocute, le supposte e lo
spray nasale.
E’ stato recentemente messo a punto un dispositivo (non ancora disponibile
in Italia) che rilascia il farmaco sottocute mediante un flusso di azoto indolore a pressione.
E’ inoltre presente la formulazione in compresse a rapido rilascio del rizatriptan e dello
zolmitriptan; di quest’ultimo si attende l’entrata in commercio dello spray nasale, già
disponibile in altre nazioni europee.
Il sumatriptan è stato sintetizzato nel 1984 e immesso in commercio in Italia nel 1992.
Esso rappresenta il primo prodotto della ricerca su nuove molecole ad azione
antiemicranica con caratteristiche tali da superare in efficacia e tollerabilità l’ergotamina,
largamente utilizzata in passato per la terapia di varie forme di cefalea, in particolare
dell’emicrania.
La novità che contraddistingue il sumatriptan e i triptani in generale è la
specificità di azione su alcuni siti recettoriali della serotonina, sostanza largamente
coinvolta nella patogenesi dell’emicrania.
L’ergotamina agisce attivano i recettori della
serotonina, ma la sua azione poco selettiva porta all’attivazione di molteplici recettori,
producendo effetti indesiderati potenzialmente gravi.
In particolare la sua azione
vasocostrittrice sulle arterie del circolo coronarico e periferico può condurre a
peggioramento di vari sintomi di tipo ischemico e a rialzi della pressione arteriosa.
I
triptani, essendo selettivamente attivi su recettori della serotonina presenti sulle arterie del
circolo cerebrale e a livello centrale, implicati nella genesi dell’emicrania (recettori 5HT1B
e 5HT1D, oltre ad un’azione meno indagata sui 5HT1F) dovrebbero esercitare la loro
azione unicamente nell’estinzione dell’attacco doloroso cefalalgico e dei fenomeni
associati, evitando fenomeni avversi a carico di altri apparati.
La sua azione consiste prevalentemente in una vasocostrizione delle arterie del circolo
cerebrale, senza riduzione del flusso ematico; tale azione è associata a riduzione dello
stravaso ematico con “infiammazione sterile” e rilascio di peptidi a livello meningeo, causa
principale del dolore emicranico.
Il sumatriptan è stato seguito da altri sei farmaci della stessa classe, dei quali però solo
cinque sono disponibili in Italia, immessi in varie riprese negli anni successivi.
Essi sono lo
zolmitriptan, il rizatriptan, il naratriptan (non disponibile in Italia), l’eletriptan,
l’almotriptan e il frovatriptan.
La loro sintesi è stata motivata dall’esigenza di ovviare ad
alcuni limiti insiti nelle proprietà farmacologiche del sumatriptan, migliorandone
ulteriormente l’efficacia e la tollerabilità.
In particolare la loro azione a livello centrale, di cui
in linea di principio sarebbe sprovvisto il sumatriptan, comporterebbe un ulteriore
meccanismo di efficacia dei preparati delle ultime generazioni.
Ciò ha condotto alla
disponibilità di farmaci con caratteristiche in parte diverse, che ne consentono la
prescrivibilità mirata a pazienti con attacchi diversi tra loro per durata, frequenza ed
intensità.
In particolare l’eletriptan e il frovatriptan, data la loro lunga durata d’azione, sono
particolarmente efficaci in crisi prolungate e in pazienti soggetti a recidive; il frovatriptan è
indicato per il trattamento delle crisi peri-mestruali, ove è stato sperimentato anche come
profilattico.
Viceversa il sumatriptan in fiale, spray nasale o supposte verrà prescritto a
pazienti con attacchi associati ad intensa nausea o vomito.
Il rizatriptan, data la sua
rapidità d’azione, sarà indicato per attacchi che raggiungono velocemente l’apice
dell’intensità, ma di breve durata.
L’almotriptan, ad azione rapida e ad ottima tollerabilità,
verrà preferito se si ricerca un’azione “pulita” e costante sull’attacco, priva di effetti
collaterali.
E’ possibile inoltre l’associazione di alcuni triplani, in particolare a breve durata
d’azione (sumatriptan, rizatriptan) con anti-infiammatori, allo scopo di prolungarne
l’efficacia.
L’utilizzo dei triptani sull’emicrania in età infantile non è ancora approvato, dati i risultati
non soddisfacenti di vari studi condotti in doppio cieco versus placebo (sostanza inerte
somministrata in corso di attacco cefalalgico) in questa fascia di età.
Risultati non
statisticamente significativi in questi studi non depongono però automaticamente per
l’inefficacia di questi farmaci in età infantile, ma possono essere dovuti alla presenza di
effetto placebo particolarmente marcato nel bambino.
Invece in età adolescenziale (12-18
anni) è stato sperimentato positivamente il sumatriptan spray al dosaggio di 10 mg, che è
pertanto prescrivibile.
Per quanto riguarda l’azione dei triptani sulla cefalea a grappolo, per ora il farmaco di
riferimento rimane il sumatriptan fiale 6 mg sottocute, in grado di stroncare un attacco di
cefalea a grappolo in pochi minuti.
Sono state condotte varie sperimentazioni con risultati
non sempre convincenti anche sul sumatriptan spray nasale e sullo zolmitriptan ad alto
dosaggio.
Non bisogna infine dimenticare che i triptani, come gli altri farmaci usati nella terapia in
acuto delle cefalee, possono condurre ad abuso farmacologico se impiegati
impropriamente e a dosi eccessive.
La disassuefazione da queste forme d’abuso può
essere particolarmente impegnativa, richiedendo protocolli terapeutici somministrabili per
via venosa in corso di ricovero o Day Hospital.
Rimane sempre essenziale il ruolo dello
Specialista per l’indicazione ad un’adeguata e personalizzata terapia preventiva
dell’emicrania, in caso di crisi frequenti e poco responsive ai trattamenti.
Recenti ricerche hanno portato alla sintesi e sperimentazione di farmaci inibitori selettivi di
una sostanza (CGRP: Calcitonin Gene Related Peptide), implicata nello scatenamento
dell’attacco emicranico, che incrementa la percezione del dolore.
Tali farmaci (olcegepant
e telcagepant) non verranno tuttavia immessi al commercio per la loro non accertata
superiorità nei confronti dei triptani.
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