Si tratta di una cefalea ad attacchi di breve durata (15-180 minuti), ma di intensità
molto elevata, caratteristicamente raggruppati in periodi (“grappoli”) di varia durata (da
alcuni giorni a diversi mesi); nell’ambito del grappolo le crisi insorgono spesso ad ore fisse,
con prevalenza notturna e dopo i pasti, una o più volte al giorno.
Il dolore è monolaterale
(assai rara l’alternanza tra un lato e l’altro), localizzato intorno e “dietro” l’occhio, con
frequenti irradiazioni alla fronte e alla tempia, od alle mascelle superiore ed inferiore, od
alla regione occipitale.
Il dolore si presenta improvvisamente e raggiunge il suo acme con
notevole rapidità.
Nel corso della crisi l’occhio interessato è arrossato e lacrima, può
presentarsi abbassamento ed edema della palpebra, restringimento della pupilla,
sudorazione frontale; la narice dal lato del dolore è ostruita da abbondanti secrezioni.
Tutti
questi sintomi indicano uno squilibrio del sistema neurovegetativo.
Il comportamento del paziente, a differenza dall’emicranico, che preferisce coricarsi,
rimanere tranquillo ed isolarsi, è caratterizzato da irrequietezza ed agitazione acuta, fino a
manifestare in rari casi propositi suicidi.
La cefalea a grappolo si distingue in una forma episodica, in cui sono riconoscibili i
tipici periodi intervallati da mesi od anche anni di remissione, e in una forma cronica, se le
crisi si susseguono senza interruzione per almeno un anno.
Nella forma episodica la
frequenza dei grappoli è per lo più annuale o biennale, spesso ad esordio stagionale
(primavera od autunno).
La forma cronica può evolvere dalla forma episodica,
generalmente in età matura od avanzata.
La cefalea a grappolo prevale nel sesso maschile; attualmente si calcola un
rapporto di circa 2-3 a 1 tra maschi e femmine.
In passato era stata descritta una tipologia
di paziente affetto da questa cefalea: uomo di età tra i 30 ed i 50 anni, di alta statura, con
tratti somatici molto marcati, pelle spessa, tendente ad abbondanti assunzioni alcooliche e
forte fumatore, ansioso e facilmente irritabile, iperattivo sul lavoro ma spesso con tratti di
dipendenza affettiva e scarsa autostima.
Negli ultimi anni le statistiche hanno parzialmente
riequilibrato la prevalenza maschile che in precedenza era decisamente superiore; non è
facile interpretare perché tale cefalea tenda a diffondersi nelle donne.
L’unilateralità del dolore e la sua notevole intensità portano talvolta ad errori
diagnostici con la nevralgia del trigemino, in cui però il dolore è confinato ad uno o due
territori di innervazione del nervo, senza irradiazioni, si presenta a crisi di durata molto più
breve (pochi secondi), anche se ripetute, assume le caratteristiche di “scossa elettrica” ed
è scatenato dallo sfioramento della parte interessata, dalla masticazione e dalla fonazione.
Sono inoltre assenti i tipici fenomeni autonomici di accompagnamento e l'andamento
periodico delle crisi.
La terapia della cefalea a grappolo si avvale, per l’estinzione delle crisi, del
sumatriptan fiale s. c. che porta ad un sollievo del dolore quasi immediato ed è ripetibile in
caso di crisi pluriquotidiane.
Non efficace il sumatriptan in compresse, mentre la
formulazione in spray nasale e lo zolmitriptan ad alte dosi hanno mostrato risultati meno
convincenti.
Nei casi in cui tali terapie siano controindicate è proponibile la tradizionale
inalazione di ossigeno puro.
La profilassi si basa in prima istanza sul verapamil ad alte
dosi, sugli steroidi i. m. o per os nella forma episodica e sul carbonato di litio, che
attualmente si preferisce riservare al trattamento delle forme croniche.
Quest’ultimo
farmaco necessita di monitoraggio della funzione renale e tiroidea e di dosaggi plasmatici
regolari.
Altri farmaci in uso nella profilassi della cefalea a grappolo, ma di efficacia meno
provata, sono la melatonina, il pizotifene, il topiramato e la clonidina per via transdermica.
In casi particolari, dopo comprovata inefficacia di tutte le terapie farmacologiche o in
presenza di formali controindicazioni alle stesse, e in casi con stretta unilateralità del
dolore, sono proponibili le terapie chirurgiche; nelle linee guida italiane si segnalano la
rizotomia con radiofrequenze (termolesione selettiva delle fibre dolorifiche del nervo
trigemino) e la rizolisi retrogasseriana percutanea con glicerolo (lesione chimica del
ganglio di Gasser).
Di recente ma ormai consolidato impiego, in casi attentamente
selezionati di cefalea a grappolo cronica farmaco-resistente, la stimolazione cerebrale
profonda, utilizzando elettrodi posizionati per via stereotassica a livello dell’ipotalamo, che
vengono stimolati da un dispositivo posizionato nel sottocute.
I pazienti affetti da cefalea a grappolo o da altri tipi di cefalea possono rivolgersi per
informazioni e supporto all’Associazione Onlus “Lega Italiana Cefalalgici”, Via Valdrighi
141, 41100 Modena – Cell. 333.6744676.
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