Il Biofeedback (letteralmente: retroazione biologica) è una tecnica, inquadrabile nell'ambito
delle terapie comportamentali, che permette di acquisire il controllo volontario su alcune
variabili biologiche (frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, sudorazione, tensione
muscolare, attività elettrica cerebrale, temperatura cutanea) che normalmente non
giungono al livello di coscienza.
Lo strumento utilizzato misura una di queste variabili ed
offre al soggetto un segnale di ritorno correlato all'attività della funzione.
Tale segnale,
sonoro o luminoso, viene chiaramente percepito dal paziente e lo informa in tempo reale
delle variazioni della funzione monitorata.
Ciò consente di apprendere progressivamente a
controllare e regolare autonomamente una di queste funzioni fisiologiche.
Uno degli ambiti di applicazione di questa tecnica è quello delle cefalee, in particolare
della cefalea a carattere tensivo, ma anche dell'emicrania.
La metodica più comunemente
utilizzata è in grado di rilevare il livello di tensione muscolare a mezzo di un
elettromiografo e di elettrodi di superficie.
Lo strumento acquisisce il segnale e lo
"restituisce" al soggetto sotto forma di segnale acustico e/o luminoso; il muscolo più
comunemente monitorato è il muscolo frontale, sia perché il suo livello di tensione pare
rifletta quello degli altri distretti muscolari, sia perché il paziente riesce facilmente a
distinguere lo stato di tensione e di rilassamento del muscolo.
Se la tensione del muscolo
frontale aumenta, il soggetto noterà un incremento dell'intensità del segnale sonoro e/o
una variazione del colore di una barra luminosa (led di colore rosso); se, al contrario, si
registra una diminuzione di tale tensione, il segnale sonoro si attenuerà fino a scomparire
e si accenderanno i led di colore verde.
Nell'arco di poche sedute, il soggetto imparerà a
mettere in relazione il segnale fornito dallo strumento con le proprie sensazioni di tensione
muscolare e le loro variazioni.
Gli esercizi suggeriti dall'operatore, che segue momento per
momento la seduta, sono volti a all'apprendimento di tecniche atte a controllare la
tensione e a ridurla volontariamente (controllo della respirazione, esercizi di contrazionerilassamento di vari gruppi muscolari), sia nel corso della seduta, sia applicando la tecnica
in condizioni di stress.
La terapia è quindi un utile ausilio per migliorare l' autocontrollo e ristabilire il proprio
equilibrio psico-fisico.
La metodica biofeedback-EMG viene utilizzata nella terapia delle cefalee di tipo tensivo da
più di 40 anni ed è stata sottoposta a numerosi studi clinici controllati.
Non è pertanto da
annoverarsi tra le terapie della medicina "alternativa" ma è consigliata dalle linee guida
italiane ed internazionali come un efficace trattamento non farmacologico che può
sostituire od affiancarsi alla farmacoterapia di profilassi delle cefalee tensive e
dell'emicrania.
Nei casi in cui la cefalea si associa ad abuso di farmaci, la terapia di rilassamento deve
comunque essere applicata dopo la disintossicazione, e può favorire la gestione di nuovi
episodi dolorosi limitando la possibilità di ricadute nell'assunzione di analgesici.
Per la facilità di applicazione e per l'assenza di effetti collaterali il biofeedback
elettromiografico viene particolarmente raccomandato in casi in cui il trattamento
farmacologico è controindicato o deve essere somministrato con cautela, ad esempio in
età infantile od in gravidanza.
In particolare, si è imposto come terapia di scelta nelle
cefalee tensive del bambino e dell'adolescente.
In questi soggetti tale trattamento mostra le sue migliori potenzialità in quanto i pazienti più
giovani si accostano alla metodica in modo più aperto e con minore scetticismo,
affrontando talvolta le sedute come un "gioco", atteggiamento che porta ad un veloce
apprendimento e a risultati più rapidi.
Inoltre, la facilità con cui il bambino "colora" di
fantasia le proprie esperienze rende estremamente semplice evocare immagini o
situazioni "rilassanti", in cui il piccolo paziente si immedesima completamente, in taluni
casi fino al completo addormentamento.
Pertanto, anche se certamente una terapia comportamentale richiede un impegno più
oneroso rispetto alla somministrazione di un farmaco, i dati incoraggianti raccolti dalle
recenti esperienze cliniche inducono a segnalare e raccomandare tale trattamento ai
medici di famiglia e ai pazienti affetti da varie forme di cefalea.
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